Un pensiero al giorno

La gente di ogni parte del mondo oggi cerca la soluzione del problema umano nel progresso scientifico, nel successo politico, professionale e nell'immediata soddisfazione dei bisogni e delle passioni. Accade perciò che, mentre ciascuno invano cerca di difendersi egoisticamente dal sacrificio e dal dolore, in realtà provoca situazioni di inaudita sofferenza a se stesso e agli altri. E' un assurdità, ma costituisce la logica comune. (Anna Maria Cànopi)

sabato 28 gennaio 2012

Creare è resistere

Più di 1000 copie vendute in due mesi dalla sua uscita. Due presentazioni con grande partecipazione di pubblico tra il più variegato possibile (l’ultima a Fossano con circa 350 persone!) Un consenso che va crescendo di giorno in giorno, grazie al passaparola dei social network. E’ questo un vero successo, un caso editoriale che merita una riflessione.

“Stanotte è la mia”, opera prima di Alberto Damilano, è il racconto di un’inchiesta giornalistica che vede l’insano miscuglio di ‘ndrangheta, affari e politica, scoperto da Francesco, giovane reporter di provincia, e portata avanti grazie all’esperienza e determinazione di Andrea, il protagonista del romanzo, anche lui giornalista.
Ma Andrea è malato e la malattia non viene mai nominata, ma solo descritta nella sua evoluzione temporale. Si tratta della Sla, di cui è affetto anche l’autore.
E forse è proprio per questo che il romanzo ha tanto successo. Non c’è nessun autocompiacimento che ritroviamo spesso in progetti editoriali di tipo autobiografico, il voler raccontare la propria esperienza di malato sia come elemento di catarsi che come tratto che ci rende speciali, con una marcia in più rispetto agli altri.
No, qui la malattia è una coprotagonista, una figura di contorno che non toglie niente ad Andrea in termini di autenticità
Non fare l’errore di pensare che tu e la malattia siate una cosa sola. Mai. Tu non sei la tua malattia. Lei ti appartiene, ma tu sei una persona. E lo sarai sempre, anche quando lei ti avesse portato via tutto, afferma Massimo, l’amico di sempre di Andrea, l’altra anima dell’autore, come lui medico.
Al racconto dell’inchiesta giornalistica si intreccia la storia di un barbone che vuole ritrovare una vecchia amica, conosciuta al dormitorio, e che probabilmente è rinchiusa in una delle tante strutture di cura-lager. E quindi, nel momento in cui la storia principale volge all’epilogo, si apre un altro spiraglio di vita e di azione, come a voler sottolineare che niente finisce, ma che tutto si trasforma e continua ad esistere.
L’esistenza è un processo dinamico anche in chi è costretto all’immobilità. Se il corpo si ferma, la mente corre veloce e si proietta verso il futuro; in altre parole, vive.
Andrea e tutti quelli come lui sono dei burattini, visti da fuori. Lavati, vestiti, imboccati, privi di movimento proprio, senza voce a meno che qualcuno gliela presti. Tutto il movimento è dentro. Ma non si vede, afferma l’autore nell’epilogo al romanzo.

“Stanotte è la mia” è una delle perle di questa collana di narrativa “Le maree” della casa editrice Ali&no. Si tratta delle vite difficili, di chi si trova a contatto diretto od indiretto con la malattia, la disabilità, l’ingiusta carcerazione, i pregiudizi politici e razziali, le guerre, la povertà. Sono gli Illuminati di seconda scelta, le persone della porta accanto che giornalmente ignoriamo, le cui storie meritano di essere raccontate per poter riflettere sul senso della vita, sui valori universali dell’uomo.
La collana Le Maree è la consacrazione della loro esistenza, del loro piccolo ed importante contributo alla stesura della Storia di tutti noi.