Un pensiero al giorno

La gente di ogni parte del mondo oggi cerca la soluzione del problema umano nel progresso scientifico, nel successo politico, professionale e nell'immediata soddisfazione dei bisogni e delle passioni. Accade perciò che, mentre ciascuno invano cerca di difendersi egoisticamente dal sacrificio e dal dolore, in realtà provoca situazioni di inaudita sofferenza a se stesso e agli altri. E' un assurdità, ma costituisce la logica comune. (Anna Maria Cànopi)

sabato 9 gennaio 2021

La suora giovane

Il romanzo “La suora giovane” è stato pubblicato nel 1959, anno della mia nascita. Ammetto che nella scelta di cosa leggere ci sono particolari che mi incuriosiscono e questo era uno, subito dopo il titolo che racchiude in sé quel tanto di mistero, di sottintesi che mi spingono ad approfondire. La curiosità, quella intimamente collegata con il sapere, è il mio carburante. Potrei passare un giorno intero seduta alla scrivania a scavare nella profondità delle cose, piacevolmente persa nel labirinto della mia mente, in quelle porte che si aprono svelando stanze sempre diverse, una dopo l’altra.

L’atmosfera di attese, sguardi e il palpabile desiderio dei due protagonisti si dipanano tra il 10 dicembre e il 2 gennaio in una Torino deserta, poco illuminata, percorsa da venti gelidi. Antonio è un 40enne celibe, impiegato; ha una donna con la quale si incontra, ma che non ha nessuna intenzione di sposare, e una collega di lavoro che suscita in lui desideri erotici, mai consumati. Serena è una novizia, molto giovane, di appena 19 anni, che presta assistenza notturna ad un notaio moribondo.

I due protagonisti si incontrano ogni sera alla fermata del tram 21. Dapprima Antonio non fa caso alla suora, ma la sua presenza costante e il suo aspettare nel caso faccia ritardo, fanno scattare l’interesse e il desiderio, quest’ultimo alimentato da un comportamento vezzoso che ha ben poco di spirituale. All’inizio non si parlano, Antonio non ne ha il coraggio, intimorito dalla situazione. Come spesso accade, è la donna che crea le condizioni adatte affinché l’uomo possa recitare la propria parte, come da copione universale.

Non voglio proseguire con la trama perché il libro merita di essere letto, esercitando il proprio fascino. Voglio fare una riflessione sul coraggio dell’autore di trattare un argomento che 62 anni fa era sicuramente spinoso, e di essere riuscito a trasformare il personaggio angelicato di Serena in una dark lady consapevole del proprio charme sull’anonimo travet. Dal libro è stato tratto un film del 1964 dove la scelta dell’attore che interpreta Antonio non è delle più azzeccate perché non incarna quanto trasmesso da Arpino, ma che rappresenta un valido esempio della cinematografia di quegli anni.


 

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