Il libro del 2014 anticipa un dibattito, ormai stantio e
grottesco, sul concetto di famiglia. Immersa nella lettura sorridevo al
pensiero che il libro potesse essere messo al rogo da quelle centinaia di
integralisti cattolici che qualche giorno fa hanno manifestato in piazza, alcuni
non sapendo bene perché erano lì e per cosa si battevano.
La storia di Lucina e Stella, due nomi per così dire
brillanti a loro modo, si inserisce nell’arco di tempo tra il passaggio di due
stelle comete. L’associazione con la luce non si esaurisce qui ma viene
ulteriormente rafforzata dal legame amicale con Laura, moglie di un astronomo e
perciò abituata a vedere e sentir parlare di stelle.
La luce è la protagonista principale della storia nelle
sue mille riflessioni.
Viene messo in luce l’albinismo, una anomalia genetica dovuta
a mancanza totale o parziale della melanina. Fino a poco tempo fa le persone
albine erano evitate, né più né meno come quelle con sindrome di Down o gravi
disabilità mentali.Animali albini venivano sacrificati alla nascita perché imperfetti, non adatti né all’uso alimentare, né al lavoro. Alcuni sono stati usati per lungo tempo nei laboratori di ricerca scientifica.
In un primo momento Stella, bambina, si riflette nei giudizi degli altri che la considerano portatrice di sventura e cerca di usare a suo vantaggio i poteri che le vengono attribuiti. È stato inevitabile pensare a Massimo Troisi in “Ricomincio da tre” impegnato in un esperimento di telecinesi. Stella dimentica il significato di sé, di essere essa stessa – in quanto persona – portatrice di luce, della sua verità.
L’anima della narratrice per l’infanzia si esplicita anche nell’intessere, con estrema delicatezza, una possibile comunanza di vita tra un trans gender e un’albina, tra una madre e una figlia, al di là delle barriere mentali perché l’accudimento e l’amore sono caratteristiche di ogni essere, umano e animale.
Il nucleo centrale della storia si svolge a Napoli, città che ha fatto parte di un periodo felice della mia giovinezza. Viene riportata alla luce nelle sue tante incongruenze che, allora come ora, sono alla base della sua eterna fascinazione.
Vivono di luce riflessa tutte le persone che entrano in contatto con Lucina, la cui forza risiede proprio nella consapevolezza della diversità e nella lotta quotidiana per l’affermazione di sé prima ancora che il suo segreto possa venire alla luce. Essa stessa è la luce degli occhi, dell’intera vita di Bartolomeo. La sacralità dell’amore è un altro tema affrontato con la semplicità di chi è abituato a raccontare ai bambini senza banalizzare.
Stamani, alle prime luci dell’alba, ho chiuso il libro a malincuore…aspetto di ascoltare (sì, è il termine giusto!) un’altra bella storia.