Ha un negozio di francobolli, ma non è il lavoro che vorrebbe fare, ha una moglie e poi un’amante. Ma sarà tutto vero? Chissà. In realtà il protagonista del romanzo non è neanche lui ma il delirio nel quale si ficca come modo per dare senso a tutta la sua esistenza.
Conosce Miriam – colei che lui definisce come amante – in una filarmonica. A lui piace cantare ma non come gli altri e sicuramente non confuso con essi.
Tutti quelli che
cantano in un coro sognano di portare la voce molto più in là di tutti gli
altri
Per un uomo ridicolo il canto non può che essere mentale,
a bocca chiusa. Solo così può uscire dall’anonimato, essere ripreso dal maestro
che non comprende la sua invenzione.
La storia con Miriam è forse un’allucinazione e la stessa
struttura del discorso ne conferma il sospetto.
Domandai a Miriam
come si chiamasse, Miriam è un nome che mi sono inventato io. Che importanza
ha? disse la ragazza. Certo che non ha importanza, ma dovrò chiamarti in
qualche modo, dicevo. Puoi scegliere tu un nome. Miriam, dico io.
Di Miriam il protagonista inventa un passato, costruisce
un presente e rimane imprigionato nel futuro, in quello che lui teme
maggiormente: l’abbandono, naturale conseguenza del suo essere insignificante.
È terribile quando
non succede niente per una giornata intera e il giorno dopo è lo stesso e anche
il giorno prima non è successo niente
Come ha costruito artificiosamente la sua storia d’amore,
così imbastisce anche l’idea del tradimento facendo sprofondare il lettore in
un vortice di paradossi, di frasi ripetute ossessivamente fino allo sfinimento.
Ogni suo gesto è preceduto dal rimuginìo che alimenta la confusione mentale. È
un paradosso anche vivere in un negozio piccolo, polveroso e avere la necessità
di liberare la fantasia, di fare uscire le idee come lo sciamare delle api.
Il Serpente è un romanzo che ha lasciato un segno. La sua
avanguardia non è solo per la struttura narrativa ma anche per il topos.Non potendo progettare un futuro con Miriam al protagonista non rimane altra scelta che cannibalizzare la propria storia d’amore ma neanche un crimine così orrendo è in grado di illuminare l’esistenza di un uomo insignificante. La sua assurda perfezione non consente di accusarlo nonostante la confessione.
E tutto termina come era iniziato. Il delirio, àncora di salvezza alla solitudine, lascia il posto alla stanchezza.
Vorrei restare
fermo, immobile, in posizione orizzontale, con gli occhi chiusi, senza tirare
il fiato, senza sentire voci e campanelli, senza parlare. Al buio
Questo sicuramente prima di un’altra, inevitabile,
allucinazione.