Un pensiero al giorno

La gente di ogni parte del mondo oggi cerca la soluzione del problema umano nel progresso scientifico, nel successo politico, professionale e nell'immediata soddisfazione dei bisogni e delle passioni. Accade perciò che, mentre ciascuno invano cerca di difendersi egoisticamente dal sacrificio e dal dolore, in realtà provoca situazioni di inaudita sofferenza a se stesso e agli altri. E' un assurdità, ma costituisce la logica comune. (Anna Maria Cànopi)

sabato 11 maggio 2013

Mio fratello Simple

Delizioso veramente questo romanzo di Marie-Aude Murial che tratta di un argomento che spingerebbe a usare un registro più triste e serioso: la convivenza con una persona disabile mentale o, come direbbe il personaggio del libro, I-DIO-TA.
La storia è semplice, proprio come il soprannome di Bernabè, ragazzo di 33 anni anagrafici ma 3 mentali, che gira con un coniglio di peluche, il signor Migliotiglio, sua dissociazione schizoide. Il fratello, ancora minorenne, si oppone all’intenzione del padre che vorrebbe mettere Simple in un istituto, e lo prende con sé andando a vivere in un appartamento con altri studenti.
In questo microcosmo, riproduzione in scala ridotta della società, si manifestano tutte le emozioni possibili nei riguardi di un disabile mentale: l’iniziale rifiuto, la paura di farsi “contaminare”, l’indifferenza, l’ascolto, il riconoscimento e, come tutte le belle storie a lieto fine, l’inclusione come elemento necessario alla stabilità e crescita del gruppo.
I personaggi sono tutti magistralmente descritti, anche quelli minori come l’inquilino anziano che sembra detestare e non sopportare quella combriccola di cinque ragazzi e una ragazza («Che facessero i turni?») che, a suo dire, blocca sistematicamente lo svuota rifiuti condominiale con spazzatura voluminosa.
Il signor Migliotiglio è sicuramente la caratterizzazione che provoca maggiore ilarità, soprattutto in chi, come me, convive con un disabile mentale. La dissociazione schizofrenica e il successivo transfert sono elementi presenti come metodo per superare situazioni non facilmente incasellabili e perciò ansiogene in soggetti autistici. L’autrice descrive con grande efficacia questo aspetto senza cadere nel ridicolo o nella pena, sottolineando la sua importanza. Senza di esso, Simple non riuscirebbe a decifrare la realtà e ad adattarla alle sue esigenze.
Nel corso della lettura, quando ormai la struttura e il ritmo della narrazione ha catturato chi legge, non si aspetta altro che, nel bel mezzo di un momento difficile, spuntino le orecchio del signor Migliotiglio. E’ naturale il successivo passaggio di ricerca di una signora Migliatiglia e anche qui in maniera metaforica viene inserito un altro argomento importante e spesso tabù: l’affettività e l’amore per i disabili mentali. Simple non lo chiede direttamente per sé ma per il coniglio. La signora Migliatiglia entra in scena per poco. «E’ solo un peluche» afferma Simple, spingendoci a riflettere fin a che punto possiamo dire che un disabile mentale non capisca a fondo la realtà.
Il tema della diversità è ulteriormente ampliato dal personaggio di Zhara, ragazzina musulmana innamorata del fratello di Simple, anche lei con una sorella disabile.
Libro sicuramente da leggere, da regalare e da far leggere a scuola, accanto ai classici della letteratura, sia per i temi proposti in maniera diretta e chiara, che per la struttura narrativa, utile a chi vorrà poi cimentarsi con la scrittura

Nessun commento:

Posta un commento