Un pensiero al giorno

La gente di ogni parte del mondo oggi cerca la soluzione del problema umano nel progresso scientifico, nel successo politico, professionale e nell'immediata soddisfazione dei bisogni e delle passioni. Accade perciò che, mentre ciascuno invano cerca di difendersi egoisticamente dal sacrificio e dal dolore, in realtà provoca situazioni di inaudita sofferenza a se stesso e agli altri. E' un assurdità, ma costituisce la logica comune. (Anna Maria Cànopi)

domenica 3 agosto 2014

Sirena

Bisogna fare tanto di cappello al libro "Sirena" di Barbara Garlaschelli per almeno tre motivi.
Il primo è che è scritto veramente bene, la maniera che è più vicina al mio gusto letterario. Quell'essenzialità che viene scambiata per facilità e invece non lo è per niente. Sembra un gioco da ragazzi costruire una frase...e che ci vuole? Non sempre però gli scrittori riescono a trasmettere le loro emozioni con quel particolare aggettivo, e non un altro, oppure con l'uso ragionato della punteggiatura.
La scrittrice ha invece vissuto sulla propria pelle ciò che ha raccontato e, prima di metterlo su carta, ha avuto - ahimè - tutto il tempo per analizzare, odiare, amare e poi nutrire il dolore, la rabbia, lo smarrimento e infine la speranza. Questo dà veridicità, forza, potenza al suo stile.
Il secondo motivo che me lo fa amare è la determinazione con la quale la scrittrice ha fatto di tutto perché il libro non finisse al macero. Non c'è niente di peggio dell'essere dimenticati, del finire i nostri giorni nell'oblio generale. Ed è giusto a quel punto chiedersi il senso della nostra esistenza.
Una storia come quella di Barbara non deve essere accantonata, messa tra i tanti memoirs che l'editoria sforna a ondate seguendo la moda del momento. E' ammirevole la forza con la quale ha superato una delle più grandi tragedie che possano capitare ad una persona, figurarsi ad un'adolescente. Per questo Sirena non può essere dimenticata e fra mille anni quando esseri con 3 occhi, 4 orecchie, mani e piedi palmati e un hard disk al posto del cervello lo leggeranno, dopo aver guardato stupiti la copertina perché particolare, incisiva e delicata allo stesso tempo, troveranno spunti di riflessione, affinità emotive. Ne sono assolutamente certa.
Il terzo motivo riguarda i suoi genitori. Quando si legge un'autobiografia spesso la descrizione di chi ci è accanto viene inconsciamente dipinta di rosa, per una forma strana di pudore che ci frena da mettere in piazza le tristi magagne familiari, a meno che non si tratti di una bieca operazione commerciale d'accordo con l'editore.
La vita e le persone care di Barbara sono così come le ha descritte. Questi dettagli possono essere captati, navigando sulla sua pagina facebook, in quei piccoli quadri che giornalmente inserisce in rete. La chiarezza della sua scrittura è parimente presente nella vita e negli affetti.
Non so perché non avessi letto prima Sirena. E dire che di libri ne leggo tanti!
L'ho fatto adesso e mi piace

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