“La madre di Ettore” è un libro carico di emozioni
perché, al quadro ormai noto dell’autismo, si associa la psicosi grave, i
comportamenti ossessivo-compulsivi. È difficile anche per una madre accettare,
comprendere e contenere la follia del proprio figlio. Non si può restare
impassibili quando tutto quello che è a portata di mano viene spazzato via da
un raptus di delirio.
Vivere con la pazzia come compagna costante,
imprevedibile ed ingestibile è un’esperienza che mina non solo la sanità
mentale individuale, ma anche quella di coppia e familiare.
Il ricovero presso strutture idonee è l’unico mezzo per
non distruggere altre vite e si capisce fino in fondo il dramma che vede
contrapposti l’amore spontaneo per il proprio figlio e la necessità di salvare
l’intera famiglia e l’altro figlio, sano, tratteggiato con brevi cenni carichi
di tristezza.
Trovare delle strutture idonee è un’impresa, a dir poco,
ciclopica e meraviglia come, a distanza di trentasei anni dalla legge Basaglia,
ci siano ancora dei veri e propri luoghi di contenzione del malato psichiatrico
al pari di quelli narrati in certa letteratura di fine Ottocento.
L’autrice si mette a nudo in ogni sua emozione, dall’orgoglio
ferito di madre a quello di compagna manifestando – paradossalmente in questo –
tutta la sua femminilità.
Il libro ha il merito di aprire al dibattito su una
società cieca, insensibile, finanche impaurita, davanti alla manifesta alterità
e su una situazione psichiatrica che, soprattutto nel meridione, campa come può,
aspettando la fine di ogni giorno come una liberazione.
Un pensiero al giorno
La gente di ogni parte del mondo oggi cerca la soluzione del problema umano nel progresso scientifico, nel successo politico, professionale e nell'immediata soddisfazione dei bisogni e delle passioni. Accade perciò che, mentre ciascuno invano cerca di difendersi egoisticamente dal sacrificio e dal dolore, in realtà provoca situazioni di inaudita sofferenza a se stesso e agli altri. E' un assurdità, ma costituisce la logica comune. (Anna Maria Cànopi)
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