Un pensiero al giorno

La gente di ogni parte del mondo oggi cerca la soluzione del problema umano nel progresso scientifico, nel successo politico, professionale e nell'immediata soddisfazione dei bisogni e delle passioni. Accade perciò che, mentre ciascuno invano cerca di difendersi egoisticamente dal sacrificio e dal dolore, in realtà provoca situazioni di inaudita sofferenza a se stesso e agli altri. E' un assurdità, ma costituisce la logica comune. (Anna Maria Cànopi)

domenica 18 marzo 2012

La strana coppia

Non ho visto il film ma dal racconto fattomi deduco che molta della magia e delle emozioni profonde si è persa per strada, come in tante altre trasposizioni cinematografiche.
La figura del badante, Abdel, è presente ma non è così centrale. La scelta di averlo come assistente personale è indubbiamente un atto di snobismo che consente a Philippe di permettersi di tutto, anche dopo che l’incidente gli ha precluso ogni possibilità di vivere in maniera estrema. A distanza di alcuni anni riuscirà a volare in parapendio con la carrozzina. Potere dei soldi.
L’amore per Béatrice, la prima moglie, rimane il sentimento più forte che supera ogni ostacolo. La parte del libro dedicata a lei è bellissima, poetica, struggente; è proprio il tipo di amore che ognuno di noi ha sognato di poter vivere. Béatrice è affetta dalla policitemia, una malattia che porta ad una produzione incontrollata di globuli rossi, con una serie di conseguenze gravi tra cui la sua incapacità a portare a termine una gravidanza (lei e Philippe adotteranno due bambini) e ripetuti episodi di embolia polmonare.
L’amore che li unisce rimane forte nonostante le progressive disabilità e sono particolarmente toccanti le immagini di loro due a coccolarsi con la sola vicinanza dei corpi. Béatrice mi sta incollata sul lettino. Mi si addormenta sulla spalla. Non siamo mai stati così sereni.
La disabilità non fa distinzioni di classe; certo è che, se si hanno disponibilità economiche forse si riesce a vivere meglio senza dover ogni giorno combattere per vedere riconosciuti i propri diritti. Sono molto fortunato a non essere finito in un istituto specializzato. Come si può sopravvivere quando si è circondati giorno e notte dalla disperazione di altri disabili gravi, quando li si sente singhiozzare, gridare?
Il caso sollevato da questo libro prima e dal film dopo, dovrebbe andare oltre le prime reazioni; la gente si diverte al cinema nel vedere questa strana coppia, un disabile ed il suo badante algerino, ma non scordiamo che il lieto fine diventa un sogno possibile quando ci sono i mezzi economici per poterlo realizzare.

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