Il progetto editoriale nasce dopo l’incontro dell’autrice con una bambina affetta da una malattia rara: la disostosi mandibolo-facciale che provoca una grave deformazione del volto.
Si trovava al parco con il figlio più piccolo; appena l’ha vista, d’istinto, si è allontanata per paura che il bambino si potesse spaventare o, peggio, dire qualcosa. Alle sue spalle ha sentito la mamma della ragazzina che diceva che era giunto il momento di andarsene con la calma e forse la rassegnazione di chi subisce comportamenti del genere ogni giorno della propria vita.
La storia è quella di August che per la prima volta
frequenta una scuola pubblica. Finchè aveva potuto, la madre gli aveva fatto da
insegnante ma, all’arrivo delle medie, aveva deciso, non senza tante incertezze
e ripensamenti, che era giunto per lui il momento di stare con gli altri.
Il suo inserimento sociale viene raccontato da diversi
punti di vista, compreso quello di August stesso. Lo stile narrativo abbraccia
intere generazioni e il romanzo è veramente per tutti, grandi e piccoli. Le
varie voci narranti permettono di poter trovare quella più vicina al nostro
sentire.
Personalmente ho ritrovato molti punti in comune con
Olivia, la sorella, divisa sempre tra sentimenti contrastanti: l’amore
viscerale per il fratello e l’insofferenza di doversi trovare accomunata allo
stesso destino di discriminazione sociale. Non è facile per un’adolescente e
ancor meno per una donna di 54 anni.
Nessun commento:
Posta un commento