Tuttaltrilibri nasce dall’esigenza di far conoscere
storie particolari, di autori più o meno noti, spesso fuori dai normali circuiti
librai-circoli-blog; sono storie di difficoltà, sofferenza, discriminazione,
mancanza di libertà e questo libro di Fabio Bartolomei merita di farne parte perché
racconta una fetta della popolazione che vive nell’ombra, dimenticata ed
esclusa perché ritenuta inutile.
“La banda degli invisibili” è un romanzo delizioso e
molto divertente. Dopo tanti anni, precisamente dalla lettura de “La
concessione del telefono” di Camilleri, mi sono ritrovata a ridere fragorosamente
in pubblico, mentre ero nella sala d’attesa di un medico. Credo che questa mia
reazione spontanea sia stata la migliore pubblicità possibile e sono certa che
qualcuno sia poi corso in libreria.
La storia è paradossale, ma non impossibile. Un gruppo di
anziani, alcuni ex-partigiani, di quelli che hanno lottato per un’Italia che
non li rappresenta più, decide di rapire Silvio Berlusconi per potergli
estorcere delle scuse pubbliche, una lunga lista che comprende anche la
ritrattazione della sua fama di grande amatore.
Il piano viene studiato nei dettagli e spesso modificato;
la sua preparazione li impegna per gran parte della giornata: già solo questo
basta a farli sentire vivi. Cominciano con il seguire una dieta, fare attività
fisica e uno di loro, come fioretto - c’è ancora qualcuno che li fa! - smette
di bere.
Angelo è la voce narrante e il progressivo riscatto nei
riguardi dei parenti che lo considerano un vecchio rimbambito e lo vanno a
trovare raramente è scandito dalle modifiche del testamento. Migliori sono
consapevolezza e autostima, meno viene lasciato loro in eredità.
La bravura dell’autore è stata quella di aver
rappresentato fedelmente l’universo della terza e anche della quarta età.
Esilaranti le gag messe in atto contro privilegi, arroganze e malcostume in
genere. Fantastica l’idea di spedire al padrone la cacca del cane lasciata sul
marciapiede o nei giardini pubblici (quasi quasi ci faccio un pensierino!)
Mano mano che procedevo nella lettura ho ritrovato molti
atteggiamenti che vedevo in mio nonno, prima, e mio padre, dopo. Entrambi
avevano fatto la guerra combattendo per ideali che non hanno più ritrovato
nelle generazioni successive, compresa la mia.
A distanza di anni mi sento di condividere molti dei loro
pensieri e qualche volta mi è sfuggita la frase “Ai miei tempi…”
Mi devo preoccupare?
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