Un pensiero al giorno

La gente di ogni parte del mondo oggi cerca la soluzione del problema umano nel progresso scientifico, nel successo politico, professionale e nell'immediata soddisfazione dei bisogni e delle passioni. Accade perciò che, mentre ciascuno invano cerca di difendersi egoisticamente dal sacrificio e dal dolore, in realtà provoca situazioni di inaudita sofferenza a se stesso e agli altri. E' un assurdità, ma costituisce la logica comune. (Anna Maria Cànopi)

sabato 3 agosto 2013

Due piccoli passi sulla sabbia bagnata


227 pagine lette in una notte, incollata alla sedia e commossa fino alle lacrime in un paio di situazioni.
Per chi conosce la sofferenza e la maledizione di procedere un passo alla volta, senza preoccuparsi di quello che verrà dopo, né tantomeno ricordare tutto quello che è stato prima, questo libro colpisce in alcuni passi, quelli nei quali siamo ancora lontani da quella invidiabile serenità, conquistata a prezzo di tante lacrime.
Dal punto di vista narrativo, il libro scorre veloce e i termini medici sono inseriti quel tanto che consente di capire meglio la situazione, senza strafare perché questo è un libro sull’Amore, questo sentimento così tanto celebrato, spesso in maniera completamente errata.
Amore significa anche lasciare andare, non trattenere. E’ una cosa molto facile a dirsi più che a farsi, soprattutto quando si è davanti all’ineluttabilità di una diagnosi che non lascia speranze. Allora è Amore decidere di dare più vita ai giorni che giorni alla vita. Questa frase risuona diverse volte nella narrazione e mi piace, la condivido in pieno. Bisognerebbe scriverla e appenderla in un posto in modo da averla sotto gli occhi ogni giorno della nostra vita.
Dei tanti libri che raccontano di storie difficili accanto alla malattia e alla disabilità, questo è uno dei migliori perché c’è la semplice storia senza l’autocompiacimento della sfortuna che pone l’Eletto tra la schiera degli Intoccabili.
Si viene portati per mano nelle stanze di questa famiglia e se ne condivide il quotidiano anche nei momenti di sconforto e rabbia che ci sono e sono tanti.
Chi si cimenta nella scrittura autobiografica cade nell’errore di farne la bella copia, mentre sono molto più importanti ed intensi tutte le cancellazioni, gli errori, gli strafalcioni, proprio perché nessuno di noi è fatto per la sofferenza.
L’accettazione di tutti gli aspetti della vita avviene al prezzo di tante lacrime e disperazione che devono essere narrate con l’umiltà di chi riconosce i propri limiti, proprio perché, riprendendo le parole di Kim Stagliano, madre di tre ragazze autistiche, non si è Madre Teresa di Calcutta
 

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