N.P. Non Piace. Questo è forse l’acronimo più giusto per
me. Certo, non si mette in discussione la scrittura, ma il contenuto che lascia
un po’ interdetti.
Si parla di un manoscritto, North Point, che sembra avere
un’influenza nefasta su coloro che tentano di tradurlo, di leggerlo e di
metterci mano, spingendoli al suicidio. Il perché capita questo rimane un
mistero per tutto il romanzo.
Nella storia sono mescolati vari argomenti che sembrano
buttati lì a caso, solo per stupire e, magari, scandalizzare. Si parla di
omosessualità, di incesto, di amore, di morte. Tutto insieme, con sullo sfondo
una trama che vorrebbe essere “thrilleggiante”, ma il cui risultato non è
quello voluto.
La narrativa giapponese si ama o si odia, non ci sono
mezze misure. Personalmente adoro la capacità descrittiva di Mishima che
raramente si ritrova in autori occidentali con quella grazia ed eleganza. Pura
poesia. In Banana Yoshimoto sono evidenti le influenze americane e questo mix
non sempre funziona. E' una di quelle volte in cui, all'ultima pagina, ho chiuso il libro senza che sia rimasto niente da ricordare, né una frase, né tantomeno un concetto
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